Nessuno lo dice, ma il film è datato 2003 e non aveva mai trovato una distribuzione.
Benché generosamente finanziata con un fondo di garanzia ministeriale di due milioni e duecentomila euro, la commedia sentimentale restò impantanata in una serie di guai (produceva Giuseppe Perugia), mai trovando l'uscita. Adesso, in tempi di «scamarcite» acuta, l'Istituto Luce la recupera dalla Bnl e la lancia nelle sale, sperando, comprensibilmente, di attrarre il pubblico delle ragazzine adoranti. Niente di male. Sarà un modo per riscoprire lo Scamarcio delle origini, meno tenebroso, maledetto e sexy di oggi. Anche perché in quel 2003 l'attore pugliese aveva appena compiuto ventiquattro anni.
Nel film, dove appare accanto ad Alessandra Mastronardi (ora star dei Cesaroni tv), Antonio Catania ed Ennio Fantastichini, incarna Alessandro, un giovanotto marchigiano rimasto improvvisamente orfano. Ci sarebbe da prendere in mano la fonderia di famiglia, ma lui è lambito da una sorta di irresolutezza esistenziale, da una confusa smania artistica. Così si mette al servizio, come operatore, di un colorito «regista di matrimoni» che parla un po' come il Manfredi di Straziami ma di baci saziami. Naturalmente il destino lo mette di fronte a una svolta inattesa. Gloria, in procinto di sposarsi con uno che non ama, fa volare il velo dalla macchina: un trucco per liberarsi dell'autista e scappare alla volta di un assolato paesino pugliese. Vuole abortire, liberarsi di quel figlio indesiderato. E chi se non lo sbalordito Alessandro l'aiuterà a guidare fin laggiù, in un'avventura on the road che si trasforma strada facendo in calda complicità?
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